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01/08/2018
Sviluppo locale - Architettura, progetto e ambiente comune
- Massimo Santanicchia
 
Qualunque cosa noi facciamo influenza non solo la nostra realtà locale ma anche quelle di luoghi e persone distanti da noi. Il quotidiano inglese The Guardian riporta che nelle spiagge di Henderson Island nelle Pitcairns nel Pacifico del sud (uno dei posti più remoti del mondo) sono stati trovati 38 milioni di detriti plastici, ovvero la più alta concentrazione al mondo.
Architetti ed educatori in architettura devono sviluppare la consapevolezza e la lungimiranza nel capire come le scelte legate al progetto incidono ed influenzano l’ambiente comune. La teoria di Gaia ci insegna che la natura o meglio le nature operano come multipli sistemi (eco sistemi) connessi e auto-organizzati, e al tempo stesso ci informa che le risorse del pianeta sono limitate e come tali il pensiero estrazionista e di sviluppo illimitato non ha più alcun senso.
Educare deriva dal latino ex-ducere che significa, condurre. L’educazione è fondamentale per la democrazia e l’educazione è fondamentale per la nostra sopravvivenza. L’istruzione è una prassi sociale. Nessuna società può prosperare senza la condivisione del sapere e senza curare come questo sapere viene trasmesso alle future generazioni (Giroux, 2011). Questa trasmissione richiede la presenza di una rete sociale forte e le appropriate condizioni che supportino l’istruzione, le giuste pedagogie che ci permettono di formare non solo esperti tecnici, ma cittadini responsabili, persone dal forte senso civico, desiderosi di essere attivi nel pensare e riparare i molteplici problemi sociali ed ambientali da noi creati: uno tra tutti il cambiamento climatico. Essere cittadini significa combattere l’immobilismo.
Mai prima di oggi abbiamo avuto così largo accesso a fatti, notizie e saperi ma allo stesso tempo molti di noi rimangono indifferenti. Abbiamo quindi bisogno di una pedagogia che contribuisca a creare una maggiore consapevolezza della condizione umana e al tempo stesso ci dia impulso nel promuovere attività e partecipazione. Istruire quindi non è solo formare nuove idee ma è anche infondere il coraggio nel portarle avanti, nel trasformarle in realtà aldifuori dell’aula ed oltre l’università (Resnick, 2016). 
Il ruolo dell’architetto non è solo quello di progettare edifici ma anche quello di formare il nostro umwelt, il nostro ambiente, la nostra consapevolezza civica che sono alla base dell’architettura. Gli architetti devono quindi creare le condizioni possibili per far sì che le giuste politiche di supporto al progetto, al design siano formate. L’architettura non è solo una scienza-arte spaziale ma anche sociale, creata in un sistema/rete di relazioni culturali, politiche, economiche, ambientali, storiche.
Questa consapevolezza contribuisce nell’espandere il significato di architettura e aiuta gli studenti nel posizionarsi all’interno di questo sistema di relazioni: non solo come architetti ma come cittadini e politici. Per fare questo dobbiamo saper dialogare con il mondo, dobbiamo confrontarci con le diversità del mondo, dobbiamo mettere in dubbio gli stereotipi, e dobbiamo includere voci diverse nel nostro lavoro. Insito nel termine pedagogia sono infatti le persone (Freire, 1993).
L´università deve essere un luogo in cui impariamo come imparare in modo che possiamo continuare a farlo per il resto delle nostre vite (Ackoff, 2010). Imparare è un processo, il quale inizia portando all’interno della classe le nostre esperienze umane: fatti e opinioni. La classe diventa comunità la cui capacità nel generare idee e attività è direttamente collegata al nostro reciproco interesse, alla genuina curiosità nell’ascoltarci e di rispettare le nostre diverse storie (hooks, 1994). Gli studenti partecipano attivamente alla formazione del loro sapere, partendo da ciò che loro conoscono meglio, dalle loro esperienze. Paulo Freire pedagogo brasiliano parla di coscientizzazione come il processo che dà fiducia alle persone nel credere nel loro sapere e nella loro abilità di contribuire alla soluzione dei problemi. Questo è un processo che richiede tempo, fiducia, empatia e dialogo, che inizia con il mettere in evidenza situazioni di disagio, nel mettere in luce situazioni che noi tutti possiamo capire: gli sprechi, la povertà, la violazione dei diritti umani.
La ricerca architettonica e design iniziano “lontano” dal design inizia dalle esperienze quotidiane. Studiare architettura significa avere cura del mondo, delle sue entità (persone) e risorse, dei suoi problemi e con la consapevolezza che i problemi del mondo non si possono divedere nel modo in cui le università sono organizzate (facoltà e dipartimenti) ma solamente possiamo affrontarli attraverso il lavorare comune.
Per sentirci cittadini e custodi del mondo dobbiamo dobbiamo sentirci parte dello stesso problema e dobbiamo agire. Susan Sontag nel suo ultimo libro “Reading the Pain of Others” (leggere il dolore degli altri) sostiene che se vogliamo sviluppare una vera empatia e genuina compassione abbiamo bisogno non solo di conoscenza ma di azione. L’architettura non è fatta di modelli e disegni, questi sono solo strumenti di rappresentazione. L’architettura ci richiede di connetterci con il mondo, con l’eco-sistema, con le sue diversità. Insegnare significa fondamentalmente stare con le persone e questo senso civico deve essere fondamento dell’istruzione-educazione.
 
Risorse
Ackoff, R. L. (2010). Ackoff's best: His classic writings on management. New York: John Wiley.
bell hooks (1994). Teaching to Transgress, Education as the Practice of Freedom. London: Routledge.
Freire, P. (1993). Pedagogy of the Oppressed. London: Penguin.
Giroux, H. (2011) On Critical Pedagogy. London: Bloomsbury.
Hunt, E. (2017). “38 Million pieces of plastic waste”. The Guardian, 15th May 2017.
      Retrieved from: https://www.theguardian.com/environment/2017/may/15/38-million-pieces-of-plastic-waste-found-on-uninhabited- south-pacific-island
Resnick, E. (2016). Developing Citizen Designers. New York: Bloomsbury Academic.
Sontag, S. (2004). Regarding the Pain of Others. London: Penguin.

 
             
         
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